25 settembre 2008

Lettera al Comitato


Alcuni anni fa, forse in occasione di un incontro organizzato dall'Amministrazione per tentare di realizzare un bilancio partecipato, alcuni cittadini del Comune facenti parte di un'associazione, avevano chiesto venisse indetto un incontro pubblico per parlare delle Terme.

Da circa un anno e mezzo altre associazioni e cittadini hanno chiesto la medesima cosa.

Da mesi il Comitato per le Terme chiede all'Amministrazione una pubblica assemblea sull'argomento.

L'Amministrazione ha finalmente indetto l'incontro pubblico lo scorso 22 settembre e l'assessore Borchini ha invitato i cittadini alla presentazione delle proposte e per sentire le proposte dei cittadini.

Il consigliere di minoranza (vicino alla maggioranza) Gandolfi ha poi contraddetto le dichiarazioni dell'amministratore sostenendo che giustamente l'Amministrazione aveva già scelto il modo attraverso il quale recuperare l'area, ovvero col project financing, e che non c'è la possibilità di valutare proposte diverse dall'unica pervenuta.

Non è stata l'Amministrazione ad illustrare l'unica proposta, ma gli stessi impresari proponenti. Oltre all'esposizione imbonitoria dell'unica proposta, che vedrebbe la costruzione di un improbabile SPA termale – centro benessere a 5 stelle, i proponenti sono entrati in descrizioni dettagliate (quanto insignificanti, dato che i cittadini non ne saranno ospiti) di docce emozionali e bagni al cioccolato.

Ma molti dei presenti hanno colto la fragilità e gli aspetti negativi della situazione prospettata. Da un lato è apparsa come un'impresa destinata a fallire, sia per gli aspetti economici incoerenti e inattendibili: non è stato sottoposto un piano economico finanziario asseverato da un istituto di credito o fornito di un'attestazione qualificata della bontà del piano.

Le entrate previste dalla gestione non coprirebbero nemmeno i costi di costruzione, immaginiamoci quelli di gestione.

Il target di clientela non si inserirebbe certo nel contesto di Lesignano, non ne frequenterebbe gli esercizi commerciali, non creerebbe nessuna ricchezza aggiunta al Comune.

Dall'altro lato, di un investimento stimato oltre 10 milioni di euro, l'ente pubblico, cioè i cittadini, dovrebbe coprire il 50%.

In quale modo: concedendo alla società aggiudicataria per 40 anni un'area e un edificio costati alla collettività un milione di euro; attribuendo ai privati un credito urbanistico in altra zona del Comune pari ad € 1.500.000; acconsentendo la costruzione di un albergo e un ristorante che sarebbero in proprietà piena degli imprenditori (e che li potrebbero dunque immediatamente rivendere a terzi?); versando annualmente decine di migliaia di euro alla società per potersi assicurare qualche giorno di accesso alla relativa piscina non termale.

Dunque, a fronte di un così consistente sforzo economico, cosa ritorna al cittadino? Una divisione degli utili? Un luogo storico e ambientale incontaminato? Una struttura da godere? Una struttura sportiva pubblica? NO

Gli torna che, qualche giorno, pagando, potrà andare in piscina. Senza tuttavia mescolarsi con la prestigiosa clientela, potrà tentare di frequentare la parte pubblica di ciò che resterà del verde.

Non ravvisando in tale proposta l'interesse pubblico necessario, il Comitato per le Terme, che pur non avendo i mezzi, ha ugualmente idee ed ha a cuore questo luogo, ha elaborato un progetto pubblico affinchè, con minore o uguale impegno economico dell'ente pubblico e nessun impatto ambientale, l'area resti ai cittadini e venga direttamente, immediatamente e per intero utilizzata dagli stessi a scopi sociali-culturali e aggregativi, partendo dalle necessità.

lettera firmata

Nessun commento: